I fazzoletti di carta sono un esempio (come i tovaglioli, la carta asciugamani dei bagni pubblici, la carta asciuga tutto da cucina), ma anche i bicchierini di plastica del caffè o i guanti in plastica del supermercato. Tutti questi oggetti impiegano mesi e mesi per passare dalla materia prima, probabilmente a migliaia di km da noi, a quando arrivano nelle nostre mani e poi in pochi secondi diventano rifiuti.
Molto meglio usare fazzoletti e asciugamani in tessuto invece che in carta, e poi, per lavarli, li possiamo aggiungere a uno dei tanti cicli di lavatrice che facciamo durante la settimana.
Stesso identico discorso per molti tipi di imballaggi, che nell’istante stesso che arrivano nelle nostre mani si trasformano in rifiuto.
E poi ci sono i contenitori per liquidi. Oltre alle bottiglie d’acqua infatti, praticamente tutti i liquidi (bibite, detersivi, saponi, bagnoschiuma, ecc) utilizzano contenitori usa e getta. Finito il prodotto finisce anche la vita utile del contenitore. Ma non è scritto da nessuna parte che debba essere per forza così. E infatti si sta diffondendo, anche se lentamente, la possibilità di comprare prodotti sfusi. Alcuni supermercati vendono detersivi liquidi sfusi, erogati alla spina in contenitori riutilizzabili. Tra questi Naturasi ma anche alcune Coop e Iper. . Per i saponi liquidi esistono ricariche in confezioni a basso contenuto di plastica, che permettono di risparmiare il 70% di plastica. Anche se l’opzione migliore rimane sempre la cara vecchia saponetta…
Passando dai beni di consumo in senso stretto ai beni durevoli, il concetto di riutilizzo cambia. Bisogna andare oltre il dogma del consumo e pensare, per ogni cosa di cui abbiamo bisogno, all’utilizzo che dobbiamo farne. A seconda di quanto e di come si usa un oggetto, si può scegliere la modalità di acquisto (o non acquisto). Quando qualcosa viene usato sporadicamente si può comprare “in gruppo” e condividere tra più persone.